martedì 31 maggio 2016

Prime volte...

Ciao gente!!!

Apro questo piccolo aggiornamento dicendo che sabato mattina ho finalmente imbottigliato (con l'aiuto di Lorenzo, che mi ha assistito anche nella cotta di due sabati fa) la mia prima Saison.
Per quanto riguarda la ricetta è qualcosa di molto semplice. Pilsner e fiocchi di frumento, con aggiunta di zucchero in riscaldamento per andare a bollire, per cercare di avere un prodotto piu' secco. Per quanto riguarda i luppoli ho messo quello che avevo in casa, senza andare a cercarne di nuovi (essendo un primo tentativo volevo capire gli aromi che poteva offrirmi il lievito piu' che andare a sovra-luppolare).

Il lievito è il famoso e "bastardo" 3724 della Wyeast, il Belgian Saison. Famoso non solo perchè si dice sia il ceppo che utilizza la Brasserie Dupont, ma anche perchè è solito "bloccarsi" attorno agli 1.030 di densità in fase di fermentazione.

Come ho anticipato ho tenuto in fermentatore solo due settimane, quindi posso già dire che "NON si è bloccato" e questo è già un successo come prima volta.

Per evitare il blocco ho tenuto presente gli insegnamenti (e l'esperienza) di Frank di Brewing Bad, che per l'ultima che ha prodotto (la quarta di cui parla sul suo blog), ha consigliato di fare starter per arrivare ad avere un overpitching molto spinto (circa 1,5 volte le cellule necessarie). Io l'ho fatto... e anche per quanto riguarda lo starter "era la mia prima volta". Ne ho fatti 2 litri ed essendo un lievito imbustato da pochissimo (meno di un mese prima dell'apertura), sono arrivato ad avere un bel po di cellule vive, anche grazie all'utilizzo dello stir plate, agitatore magnetico che avevo acquistato su Ebay già precostruito ad un buon prezzo, ma mai finora utilizzato... Era la prima volta che lo provavo.

Altro accorgimento (personalmente lo ritengo piu' un rito wodoo, ma in molti credono sia utile e ho provato) è stato togliere il gorgogliatore e sostituirlo con un foglio di alluminio che va a coprire il foro per evitare infezioni. L'ho fatto dopo 3 giorni di fermentazione, quando il gorgogliatore ancora cantava.

L'ultimo consiglio di Frank era di inserire nutrienti per il lievito sia nello starter (e ho messo la punta di un cucchiaino da caffè in 2 litri), sia in bollitura (e ho messo un cucchiaino intero).

Fatto sta che, come accennato, la fermentazione è andata via liscia come l'olio. Come temperature non sapevo bene come comportarmi e ho deciso di dare al lievito un'ampia gamma di gradi a cui lavorare, appunto per cercare di avere un po tutti gli aromi e i sapori che questo poteva offrire alla mia Saison.

Ho iniziato con 2 giorni a 24 gradi, per poi aumentare di un grado al giorno, arrivando a 31 gradi al 9' giorno di fermentazione. Ho poi abbassato gradualmente la temperatura nel giro di un paio di giorni, per arrivare a 3-4 gradi in modo da winterizzare, facendo depositare i lieviti. Non l'avevo mai fatto, quindi anche in questo caso era la prima volta.
Ho tenuto in winterizzazione per 2/3 giorni e la sera prima di imbottigliare ho spento il termostato, facendo gradualmente salire la temperatura del mosto (che in realtà è rimasto molto molto freddo, abbiamo imbottigliato il sabato mattina un mosto sui 6 gradi).

Direi che i lieviti si sono depositati egregiamente, il mosto che siamo andati a mettere in bottiglia era limpidissimo e il fondo di lievito molto molto compatto e meno voluminoso rispetto a quando travaso a metà fermentazione.

Tra un paio di settimane vedremo il frutto del nostro esperimento, per ora sono soddisfatto. Colore molto chiaro, birra "bella" anche se non limpidissima, tanti litri (22, con la vecchia pentola ne facevo 12... è un bel passo avanti) e sapore ottimo. Molto speziato, non vorrei fosse troppo.


Tralasciando le questioni strettamente legate alla produzione, un altro tarlo mi gira in testa da mesi... riattivare la vecchia camera di fermentazione.
Da mesi ormai ho acquistato un vecchio freezer a pozzetto usato per poter avere una temperatura stabile in fermentazione. Prima di questo avevo costruito un cubo di legno con ruote, con termostato e una fascia riscaldante sovrastata da due ventole da pc per il ricircolo dell'aria calda.
Per la parte del freddo utilizzavo una cella di Peltier con due dissipatori.
Questa è ovviamente la sezione che non funzionava a dovere.
I motivi erano molteplici, la cella era gigantesca, i dissipatori sulla cella non erano ottimali e non facevano bene contatto con le superfici calda e fredda...
A giorni un resoconto delle prove che sto facendo per renderla fruibile.
All'ultima prova di ieri sera riuscivo a tenere stabili 15 gradi, ma non mi basta, vorrei di piu' (soprattutto perchè nelle prime fasi di fermentazione il mosto scalda parecchio e 15 gradi in ambiente potrebbero voler dire 20 nel mosto).

A rileggerci tra qualche giorno.

lunedì 23 maggio 2016

Etichette per birra - Un nuovo metodo

Ciao amici.

Il resoconto di oggi riguarda uno dei tarli che mi assilla da tempo: l'etichettatura delle mie birre.
E' una storia travagliata la mia, 

ho iniziato stampando con stampante laser su fogli di etichette pretagliate. Risultato? visivamente ottimo, ma poi è un Cristo staccarle, ad ogni riciclo delle bottiglie tocca sempre ammollarle in acqua bollente e utilizzare additivi e sgrassatori per eliminare i residui di colla: BOCCIATO.

Poi sono passato a stamparle su carta normale con stampante a getto d'inchiostro, incollandole con colla stick. Qualità visiva pessima (la stampa a colori su carta normale, seppur impostando la stampante a qualità massima, non è accettabile). La colla stick attacca bene, si stacca abbastanza bene con un po di acqua calda versata dal rubinetto sulla bottiglia, pero' è un po uno sbattimento da incollare. Forse cambiando tipo di carta o stampante diventerebbe ACCETTABILE.

Il nuovo metodo, che ho testato (sembra con successo) questa settimana è utilizzare carta per stampante Ink-Jet ad alta risoluzione. In questo caso l'etichetta viene stampata egregiamente (ovviamente su spreca piu' inchiostro e tempo). Per incollarle sto testando la colla roller permanente. Per chi non la conoscesse sono dei roller tipo il correttore a nastro, ma anzichè correggere in bianco rilasciano colla. Ho provato il modello Pritt, ma oltre a costare troppo, è anche piu' corto rispetto a quello che ho poi acquistato. La mia scelta è ricaduta sul modello LEBEZ 6006. E' largo 8,4mm e lungo 10 metri. Il costo migliore che ho trovato su ebay è di circa €2,90 al pezzo.
Non è poco, visto che con un rotolo non ci faccio nemmeno una cotta (e io faccio cotte da 14 litri), ma posso assicurarvi che la comodità è incredibile.


















Ecco come applico la colla. Io faccio un giro tutto attorno all'etichetta, piu' una sorta di croce centrale per incollare meglio.
In questo modo l'etichetta resta ben attaccata, ma quando si è consumata la birra si puo' tranquillamente togliere semplicemente tirandola da un angolo. Se rimangono residui di colla sulla bottiglia basta dare una passata sotto l'acqua calda corrente e viene via senza l'utilizzo di additivi. Capisco che il prezzo è alto, ma a mio parere considerando la velocità di applicazione e di rimozione ne vale la pena.

AGGIORNAMENTO:
Ultimamente ho modificato la tecnica con cui "striscio" la colla sull'etichetta. Mi sono infatti accorto che facendo tutto il bordo esterno e quella X che si vede in foto, ottengo due inconvenienti. Prima cosa: sciupo troppa colla, seconda cosa: le etichette si fan fatica a staccare ugualmente, rimangono troppi residui di colla e carta anche dopo averla lavata sotto l'acqua calda.

Ho cosi' deciso (ed è la mia tecnica definitiva, già testata con successo su 3 cotte) di fare solamente 2 strisciate verticali ai lati dell'etichetta ed una sola strisciata in diagonale.
In questo modo l'etichetta non si stacca perchè i due lati sono ben incollati e la carta è ben tesa sulla bottiglia e in piu' è molto piu' veloce e facile staccarle. Spesso si stacca senza lasciare nemmeno un residuo di colla e senza nemmeno metterla sotto l'acqua. Diventa come fosse un adesivo removibile.

sabato 14 maggio 2016

...Una tranquilla mattinata...

Ciao Homebrewers...

Stamattina, in occasione della cotta della mia Saison (per la quale ho preso spunto dall'esperienza e dalla ricetta di Frank di Brewing Bad, che ringrazio) è passato a trovarmi il mio amico Lorenzo, che sta progettando un impiantino BIAB assieme al cugino.

E' rimasto stupefatto dalla semplicità della produzione BIAB con un impianto elettrico gestito da termostato PID. Non poteva credere che l'unica fatica da fare durante tutta la cotta fosse, al di la della pulizia e sanitizzazione, solo quella di estrarre e strizzare la sacca. Mi ripeteva "ma fa tutto da solo" e io "certo".
La cotta è stata infatti rilassantissima e le migliorie apportate all'impianto hanno aiutato ad andare in fermentatore con un mosto piu' limpido e a centrare perfettamente la OG di 1.050 (ed anche i litri erano quelli giusti).

Ecco le piccole modifiche che ho implementato:

NUOVO DOPPIOFONDO:
Innanzitutto mi sono costruito un nuovo doppiofondo filtrante. E' ancora un prototipo, ma volevo sostituire il doppiofondo troppo "chiuso" che utilizzavo (il classico che si compra su Birramia o che l'utente Cri091 costruisce su commissione tramite il forum AreaBirra ) con uno piu' "aperto" e che separasse meno la parte dove sta la sacca e i grani e quella dove sta il fondo "vuoto" col rubinetto e la sonda di temperatura (che in questo caso dovrebbe misurare un valore piu' veritiero).



Per costruirlo ho acquistato un sottopentola di diametro 32cm ripiegabile su Ebay e viti, bulloni, gancio centrale e rondelle da un rivenditore di materiale per nautica, la Inox Tirrenica.
Tutti i materiali (tranne il sottopentola) sono in acciaio AISI 316 o AISI 304 a seconda delle disponibilità del fornitore (che per molti articoli vende solo pacchi da 100 o da 50, eccessivi per le mie esigenze, quindi mi sono dovuto adattare con quel che trovavo in confezioni "umane").
La prova è stata superata con successo. Le viti appoggiano sul fondo e distanziano il sottopentola della perfetta altezza che mi serve in modo che la sonda rimanga al di sotto. Il gancio centrale per estrarre il doppiofondo una volta finito il mash è utilissimo. Il costo delle viti non è basso, ma se andiamo a vedere i prezzi dei doppiofondi "classici" il totale è pressochè paragonabile,
Sono veramente contento della mia opera di fai-da-te, non potevo sperare di meglio.

RUBINETTO:
Altro aggeggio che ho implementato è un rubinetto in uscita dalla pompa di ricircolo, per regolare il flusso del mosto durante il mash. 

Per questa ho preso spunto sempre da Frank, che mi ha consigliato di implementarla in quanto alcuni dicono che ricircolare il mosto troppo velocemente possa inficiare la schiuma perchè tende a sfaldare le catene proteiche. Sinceramente non ho mai avuto problemi di quel tipo (o almeno non dipendenti da quello ma da altro), ma dato che i portagomma e il tubo in silicone li avevo già in casa, non ho fatto altro che acquistare un rubinetto "discreto" su Mr-Malt ed attaccarlo al sistema di ricircolo.

PALA PER WHIRPOOL:
Da quando birrifico non sono mai riuscito a fare un whirpool del mosto decente, quindi ultimamente ho sempre buttato tutto nel fermentatore senza curarmi troppo di cosa arrivava e cosa no in pasto ai lieviti. Per il luppolo ho sempre usato hop-bag o simili, quindi non avevo problemi a rovesciare la pentola.
Con l'ultimo ordine da BacBrewing, però, ero a pochi euro dal raggiungimento della somma che dava diritto alle spese di spedizione gratuite... Tra le tante cose belle del sito ho notato questa paletta e mi sono detto "proviamo".
La pala è tutta in acciaio, rifinitissima e resistentissima. Addirittura la parte finale ha una (cito il sito internet) Finitura superficiale pallinata a microsfere in ceramica, elettrodecapata, passivata.
Non so che cosa voglia dire, ma l'effetto è veramente bello e professionale.
Avendo 3 palette simmetriche tra loro, si evita che la pala vada "per i cavoli suoi" e si ha invece un movimento perfettamente bilanciato, visto che è semplice mantenerla al centro del mosto in fase di rotazione col trapano.
Ecco il risultato del Whirpool. Come vedete tutto ciò che non volevamo portare al rubinetto è rimasto al centro sul fondo (in realtà la foto è stata fatta dopo una decina di minuti dalla chiusura del rubinetto e il mucchietto si è un po allargato).
Non è un'acquisto fondamentale per il proprio impianto, ma fa comodo averla.




sabato 7 maggio 2016

L'assaggio delle mie creazioni (i misteri delle Poste Italiane)

Eccoci qua gente,

Se come me seguite le gesta del buon Giovanni di Sgabuzen Homebrewing (e se già non lo fate... FATELO !!!), saprete che, in occasione del videoassaggio della birra stout di Antonio di qualche settimana fa, Giovanni disse, a fine video, di avere in mente una nuova rubrica nella quale assaggiare e commentare birre provenienti dai lettori del blog.
Io, dopo averlo preso in giro piu' volte dicendogli "hai trovato finalmente il modo di bere gratis eh... vecchia volpe!!!" non ho perso tempo e ho subito spedito quattro delle mie creazioni.
In realtà ero molto molto curioso di avere un suo riscontro, in quanto mi fido ciecamente del suo giudizio e lo ritengo molto preparato.
Come vedrete dal video, le birre che ho spedito sono: Una Blanche aromatizzata al pepe rosa, una American IPA (che è quella che ho poi ri-brassato, variandone la luppolatura, per testare la nuova pentola), una Rauch affumicata ed una Pilsner.
Purtroppo il viaggio ha modificato, nel bene e nel male, alcune caratteristiche delle birre (ammetto di averle imballate in fretta e furia e forse potevo fare di meglio).
Giovanni trova un odore "strano" nell'aroma della American IPA; odore che ne io, ne tutti gli altri che l'hanno assaggiata, hanno riscontrato. Penso sia dovuto al rimescolamento di lievito (e soprattutto residui di luppolo in pellet) nella birra al momento del trasporto.
Nel video Giovanni assaggia anche la Blanche. Non ha fatto il video per le altre due, ma privatamente mi ha scritto che la Pilsner fa molta schiuma ma non è limpida.
Anche qua penso sia intervenuta una buona dose di rimescolamento durante il trasporto. Infatti le Pilsner che sto bevendo io sono limpidissime, ma fanno pochissima schiuma... i misteri delle Poste Italiane...

Detto questo vi lascio al video di Giovanni e colgo l'occasione per incentivarvi a mandargli anche le vostre creazioni!!! Facciamolo bere sto ragazzo su...